Finally outnow SOCIAL MUSIC
the first album of Molester sMiles
the best way to celebrate the Chief: the great MilesDavis!
Category: Social Music
All reviews: Social Music
ITA Blogfoolk, Salvatore Esposito, 2017
ITA Alberto Bazzurro, 2017
ITA Extra Music, Giancarlo De Chirico, 2017
ITA Jazz Convention, Gianni Montano, 2017
ITA, Roberto Paviglianiti, 2017
ITA AudioReview, Enzo Pavoni, 2017
ITA online-jazz.net, Gerlando Gatto, 2017
ITA Blogfoolk, Salvatore Esposito, 2017
“I don’t like that word “Jazz” I think Social Music. All that social melodies out… in air… is not Jazz anymore. It’s Social Music….”, così Miles Davis definiva il concerto della propria musica in una celebre intervista nel 1982. Traendo ispirazione da questa straordinaria teorizzazione del trombettista americano, ha preso vita “Social Music”, opera prima dei Molester sMiles, sestetto, nato da un’idea di Enrico Merlin (chitarre elettrice, live electronics e merlinerie ©) e che riunisce alcuni tra i più interessanti strumentisti della scena jazz italiana: Massimiliano Milesi (sax soprano e sax tenore), Achille Succi (sax alto e clarinetto basso), Giancarlo Tossani (piano elettrico, tastiera e laptop), Giacomo Papetti (basso elettrico e live electronics) e Filippo Sala (batteria e percussioni). Anche la scelta del nome del gruppo non è casuale, rimandano ad un altro episodio della vita di Miles Davis, accaduto nel periodo della registrazione di “On the Corner” allorquando fu accusato di aver sequestrato una donna, e per questo motivo venne arrestato. Dopo essere stato scagionato, il trombettista americano rilasciò un’intervista in cui ribadiva la sua innocenza e dichiarò che il suo disco si sarebbe intitolato “Miles the Molester”. L’ascolto rivela un lavoro di grande spessore artistico che, nel rendere omaggio alla filosofia e alla visione dell’arte di Miles Davis, supera i freddi manierismi del jazz per dare vita ad un percorso di ricerca compositiva e sonora a tutto campo tra temi melodici visionari, ritmiche travolgenti ed spaccati improvvisativi di grande impatto lirico. A brillare è il perfetto interplay tra i sax di Milesi e Succi e la chitarra di Merlin, il tutto contrappuntato dal piano di Tossani e sostenuto dalla brillante sezione ritmica di Papetti e Sala. Il sestetto dimostra, così, di avere seguito la via dell’eclettismo espressivo di Miles Davis del quale riprendono magistralmente il funk di “Black Satin” in apertura, ma anche di saper camminare sulle proprie gambe con le torride ”Hip Hop Zero Up and Down” e “Plastic Plastic”, l’oscura “Principe delle Tenebre” e la suggestiva “Limografi Rodenti” che, a buon diritto, può essere considerato il vertice del disco. Ad impreziosire il tutto la splendida copertina curata da Milton Brown ovvero Bruno Cannucciari, apprezzato fumettista, il quale ha colto in modo impeccabile le istanze musicali di questo disco.
http://www.blogfoolk.com/2017/02/molester-smiles-social-music-milk-minds.html
ITA Alberto Bazzurro, 2017
“Un CD di notevole Impatto”
Alberto Bazzurro inserisce SOCIAL MUSIC nella dozzina di Cd da tenere d’occhio.
Dodici album di organici svarianti dal duo al sestetto per un caleidoscopio quanto mai istruttivo circa le attuali istanze del jazz italiano, energico ma anche prezioso
Una forza non indifferente sfoggia da subito anche Molester sMiles (Milk), di cui sono parte ancora Milesi e Sala, più Achille Succi, sax alto e clarone, Giancarlo Tossani, tastiere, Enrico Merlin, chitarra, e Giacomo Papetti, basso (foto sotto). Il referente del cd, su indirizzo di Merlin (che ne è un esegeta), è il Miles Davis post-svolta elettrica, senza dimenticare i gruppi ad esso affini, americani quanto inglesi (Soft Machine seconda maniera, per esempio). Il risultato è un cd di notevole impatto, magari a volte un po’ sovraesposto, ma comunque di bella energia e bella coralità.
http://www.lisolachenoncera.it/rivista/rubriche/di-spada-e-di-fioretto/
ITA Extra Music, Giancarlo De Chirico, 2017
Collettivo musicale di indubbio valore che si ispira al free jazz di Miles Davis. Non è infatti un caso se il gruppo abbia deciso di chiamarsi Molester sMiles (Sorrisi Molesti) ed è proprio all’interno di quei “sorrisi” che si cela il cognome del grande jazzista americano.
‘Social Music’ è un album davvero ben fatto, ricco di suoni e di tensioni musicali diverse. Una vera e propria esplosione di ritmo che si nutre di suggestioni prese dalla strada, che si mescola con la vita reale, che si lascia sporcare dal contatto con altri generi, contaminata e ribelle, sofferta e tagliente. ‘Social Music’ è l’album di debutto di questa nuova band composta da Enrico Merlin, alla chitarra elettrica, da Massimiliano Milesi, al sax soprano, da Achille Succi, al sax contralto, da Giancarlo Tossani, al Rhodes e al computer, da Giacomo Papetti, al basso elettrico e da Filippo Sala, alla batteria. Dietro un titolo come ‘Social Music’ c’è la definizione a cui lo stesso Davis ricorreva quando si trattava di spiegare la sua musica. Non gli piaceva la parola “jazz”; preferiva invece “social music”, una miscela di emozioni e di generi musicali che esce fuori da un tessuto convenzionale e spara forte verso l’esterno attraverso sonorità libere, acute e perforanti.
L’album è stato registrato in soli due giorni in presa diretta all’Area Magister Studio di Treviso e nella Circle Room di Roma. Il risultato è davvero eccellente e vi consigliamo caldamente l’ascolto di questo disco, sicuri come siamo che sentiremo ancora molto parlare dei Molester sMiles.
http://www.xtm.it/DettaglioMusicAffairs.aspx?ID=17665#sthash.UNvo2mHw.a6k9p55U.dpuf
ITA Jazz Convention, Gianni Montano, 2017
Enrico Merlin, oltre che chitarrista, è un grande esperto e studioso di Miles Davis, autore di un volume fondamentale dedicato a Bitches Brew, pietra miliare nella discografia del “Divino”. Molester sMiles è un collettivo di sei elementi che comprende, insieme a Merlin, una lussuosa front-line sassofonistica con Achille Succi e Massimiliano Milesi, un tastierista progettuale come Giancarlo Tossani e infine bassista e batterista d’assalto, cioè Giacomo Papetti e Filippo Sala.
La musica del cd si ispira al Davis elettrico, quello degli anni settanta, prima del ritiro dalle scene, cioè, secondo una reinterpretazione che contiene elementi sicuramente interessanti.
Nelle nove tracce del disco si rileva un potente senso del blues, componente essenziale di ogni pezzo e una serpeggiante vena melodica ad arrotondare, a smussare qualche angolo di una musica di impatto prepotente, penetrante. Il punto di forza dell’album è rappresentato dai dialoghi, dai botta e risposta fra Succi, spesso al clarinetto basso, come Bennie Maupin nella band di Davis e Milesi, sopranista, alter ego teorico di Wayne Shorter. I due sassofonisti intrecciano le loro voci taglienti e narrative al tempo stesso, riempiendo gli spazi lasciati aperti nel fondale elettrico messo in piedi da Tossani, spesso al fender Rhodes per riecheggiare gli anni settanta e da Merlin, volentieri alle prese con i distorsori, con gli effetti wah wah, per rinforzare il sottofondo funk. Il tutto, poi, è movimentato da un basso e da una batteria pesantemente inclinati verso la fusion, per completare un quadro a tinte decise, pur custodendo pause e momenti di sospensione, di attesa.
Delle dieci tracce solo due sono a firma del “molestatore”, secondo una definizione che lo stesso Davis si era attribuito dopo la denuncia e successiva assoluzione per aver sequestrato una ragazza a casa sua. Gli altri titoli sono originals di cui sono autori i componenti della formazione.
Il vertice dell’album è rappresentato proprio da Ife del “Principe delle tenebre”, che contiene un un giro di basso ripetuto incessantemente, mentre l’atmosfera da lenta e cadenzata sale gradualmente di pressione, sotto la spinta del soprano di Massimiliano Milesi in ascesa vertiginosa, dopo aver carburato adeguatamente.
Social Music non può essere definito esclusivamente un omaggio all’arte di Miles Davis. Sarebbe riduttivo. Semplicemente Merlin e soci ritengono che da questo genere di suoni intrisi nel jazz, nel rock e in altri stili che assorbono quello che ruota attorno, si possa ancora muovere per costruire qualcosa di personale.
ITA, Roberto Paviglianiti, 2017
http://strategieoblique.blogspot.it
Dedito da diversi alla figura e all’arte di Miles Davis, il chitarrista Enrico Merlin assembla i Molester sMiles, collettivo di musicisti composto da Massimiliano Milesi ai sassofoni, Achille Succi al sassofono contralto e clarinetto basso, Giancarlo Tossani al Fender Rhodes, laptop ed elettronica, Giacomo Papetti al basso elettrico e Filippo Sala alla batteria. La loro principale fonte d’ispirazione è il cosiddetto “periodo elettrico” di Miles, il momento in cui il leggendario trombettista metteva in connessione sonorità acustiche ed elettriche, sperimentando forme e modi alla ricerca di territori espressivi altri. Nel loro “Social Music” i Molester sMiles operano un lavoro lontano dalle rivisitazione fine a sé stessa (di Miles sono rielaborati un paio di brani) e costruiscono una propria estetica che predilige sonorità funky, atmosfere che richiamano sì gli anni Settanta, ma con piglio di stretta attualità, anche grazie all’utilizzo di effetti ed elettronica. C’è della melodia nei temi proposti e ci sono passaggi solisti più inclini alla forma libera, in un insieme che emana una netta voglia di sperimentare, provare e azzardare soluzioni.
ITA AudioReview, Enzo Pavoni, 2017
Sebbene sia affascinante, tentare di penetrare l’universo del primo periodo elettrico di Miles Davis comporta rischi: le brutte figure sono dietro l’angolo. Eccetto gli omaggi di titolati partner del trombettista, tipo Shorter, Zawinul, Hancock, Carter o Corea, i restanti si sono rivelati in gran parte derivativi. Certo, i progetti realizzati una dozzina di anni fa su Cuneiform de Henry Kaiser e Wadada Leo Smith vantano qualità notevoli, ma trattandosi di sperimentatori – quindi, abituati a “ricreare” daccapo qualsiasi materiale – non concepiscono i compitini copia-e-incolla. Fanno così anche i Molestar sMiles, protagonisti di questo buon esordio dove si divertono a giocare col nome di Miles, magari per accattivarsene lo spirito inquieto. L’approccio filosofico del gruppo è evidente già dal titolo, “Social Music”: cosi rispondeva Davis a chi gli chiedeva di definire la sua formula all’inizio dell’epoca elettrica. Pur non vantando l’imponente background di Kaiser & Smith, il sestetto allinea comunque nomi apprezzati da tempo nel panorama del jazz nostrano più ricercato, a cominciare dall’esperto Achille Succi (sax contraito, clarinetto basso) e da Massimiliano Milesi (sax soprano e tenore). Giancarlo Tossani suona le tastiere, Enrico Merlin la chitarra, Giacomo Papetti il basso elettrico (e tutti e tre non disdegnano le alterazioni elettroniche), Filippo Sala la batteria. I nove episodi di “Social Music” (solo “Black Satin” e “Ife”, in origine proprio di Miles Davis, non sono autografi) conducono nei gangli stordenti della metropoli, con le pulsazioni cardiache del basso funk e i battiti di tamburi dagli echi tribali, mentre tappeti di tastiere acidule agevolano gli interventi al calor bianco dei fiati e della straniante sei corde. A proposito di Sala e Milesi, ammirateli con Tracanna e Corini nel notevole “Double Cut”.
ITA online-jazz.net, Gerlando Gatto, 2017
I Molester sMiles sono un sestetto nato per iniziativa del chitarrista Enrico Merlin che ha chiamato a collaborare i sassofonisti Massimiliano Milesi e Achille Succi, il tastierista Giancarlo Tossani, il bassista elettrico Giacomo Papetti e il batterista percussionista Filippo Sala. L’intento è chiaramente esplicitato nel titolo del disco che richiama una celebre dichiarazione di Miles Davis il quale, nel corso di una intervista dei primi anni ‘80, definì il jazz “social music”. Il gruppo, al suo debutto discografico, intende, quindi, ripercorrere le vie del ‘Miles elettrico’ ossia di quell’artista che a cavallo tra i sessanta e i settanta seppe dare, per l’ennesima volta, una decisa evoluzione al linguaggio musicale, non solo jazzistico. Ma seguire le strade di Davis, almeno in questo caso, non significa ripercorrerne le orme in modo pedissequo, ché l’operazione sarebbe risultata sicuramente perdente, quanto cercare di ricreare un clima, un’atmosfera che in qualche modo riconduce l’ascoltatore alle atmosfere davisiane di quegli anni. Di qui anche la scelta intelligente di un repertorio che comprende solo due composizioni, per altro splendide, di Davis, “Black Satin” che apre l’album e “Ife”, accompagnate da sette brani originali scritti da Merlin, Tossani, Milesi e Papetti. E per capire quanto l’obiettivo sia stato centrato, basti a nostro avviso ascoltare “Ritual” di Enrico Merlin in cui il gruppo si esalta in un convincente gioco d’assieme impreziosito, però, da una serie di assolo che vedono protagonisti tutti i membri del sestetto. Davvero un ottimo disco d’esordio per questo gruppo di cui sentiremo ancora parlare.
JAZZIT AWARDS 2016
Anche quest’anno mi sorprende positivamente il gradimento riservatomi nel JAZZIT Awards 2016, addirittura migliore dello scorso anno se non ricordo male.
Un risultato, lo dico pubblicamente, assolutamente non sollecitato o promosso in alcuna forma.
Grazie quindi a tutti i lettori di JAZZIT!
E a JAZZIT Magazine naturalmente.
P.S. Last but not least, il cd dei Molester sMiles è tra i 100 JAZZIT GREATEST JAZZ ALBUM
“Social Music”: la recensione di Blogfoolk
“I don’t like that word “Jazz” I think Social Music. All that social melodies out… in air… is not Jazz anymore. It’s Social Music….”, così Miles Davis definiva il concerto della propria musica in una celebre intervista nel 1982. Traendo ispirazione da questa straordinaria teorizzazione del trombettista americano, ha preso vita “Social Music”, opera prima dei Molester sMiles, sestetto, nato da un’idea di Enrico Merlin (chitarre elettrice, live electronics e merlinerie ©) e che riunisce alcuni tra i più interessanti strumentisti della scena jazz italiana: Massimiliano Milesi (sax soprano e sax tenore), Achille Succi (sax alto e clarinetto basso), Giancarlo Tossani (piano elettrico, tastiera e laptop), Giacomo Papetti (basso elettrico e live electronics) e Filippo Sala (batteria e percussioni). Anche la scelta del nome del gruppo non è casuale, rimandano ad un altro episodio della vita di Miles Davis, accaduto nel periodo della registrazione di “On the Corner” allorquando fu accusato di aver sequestrato una donna, e per questo motivo venne arrestato. Dopo essere stato scagionato, il trombettista americano rilasciò un’intervista in cui ribadiva la sua innocenza e dichiarò che il suo disco si sarebbe intitolato “Miles the Molester”. L’ascolto rivela un lavoro di grande spessore artistico che, nel rendere omaggio alla filosofia e alla visione dell’arte di Miles Davis, supera i freddi manierismi del jazz per dare vita ad un percorso di ricerca compositiva e sonora a tutto campo tra temi melodici visionari, ritmiche travolgenti ed spaccati improvvisativi di grande impatto lirico. A brillare è il perfetto interplay tra i sax di Milesi e Succi e la chitarra di Merlin, il tutto contrappuntato dal piano di Tossani e sostenuto dalla brillante sezione ritmica di Papetti e Sala. Il sestetto dimostra, così, di avere seguito la via dell’eclettismo espressivo di Miles Davis del quale riprendono magistralmente il funk di “Black Satin” in apertura, ma anche di saper camminare sulle proprie gambe con le torride ”Hip Hop Zero Up and Down” e “Plastic Plastic”, l’oscura “Principe delle Tenebre” e la suggestiva “Limografi Rodenti” che, a buon diritto, può essere considerato il vertice del disco. Ad impreziosire il tutto la splendida copertina curata da Milton Brown ovvero Bruno Cannucciari, apprezzato fumettista, il quale ha colto in modo impeccabile le istanze musicali di questo disco.
Salvatore Esposito
http://www.blogfoolk.com/2017/02/molester-smiles-social-music-milk-minds.html
View More“Social Music”: la recensione di Alberto Bazzurro
“Un CD di notevole Impatto”
Alberto Bazzurro inserisce SOCIAL MUSIC nella dozzina di Cd da tenere d’occhio.
Dodici album di organici svarianti dal duo al sestetto per un caleidoscopio quanto mai istruttivo circa le attuali istanze del jazz italiano, energico ma anche prezioso
Una forza non indifferente sfoggia da subito anche Molester sMiles (Milk), di cui sono parte ancora Milesi e Sala, più Achille Succi, sax alto e clarone, Giancarlo Tossani, tastiere, Enrico Merlin, chitarra, e Giacomo Papetti, basso (foto sotto). Il referente del cd, su indirizzo di Merlin (che ne è un esegeta), è il Miles Davis post-svolta elettrica, senza dimenticare i gruppi ad esso affini, americani quanto inglesi (Soft Machine seconda maniera, per esempio). Il risultato è un cd di notevole impatto, magari a volte un po’ sovraesposto, ma comunque di bella energia e bella coralità.
http://www.lisolachenoncera.it/rivista/rubriche/di-spada-e-di-fioretto/
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#Outnow Black Satin (Molester), first extract from Social Music.
The best way to celebrate the Chief: the great #MilesDavis!
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http://
produced by MILK – Minds In a Lovely Karma
Stay tuned!
“Social Music”: la recensione di Extra Music
Molester sMiles Social Music 2016 M.i.l.k. di Giancarlo De Chirico
Collettivo musicale di indubbio valore che si ispira al free jazz di Miles Davis. Non è infatti un caso se il gruppo abbia deciso di chiamarsi Molester sMiles (Sorrisi Molesti) ed è proprio all’interno di quei “sorrisi” che si cela il cognome del grande jazzista americano.
‘Social Music’ è un album davvero ben fatto, ricco di suoni e di tensioni musicali diverse. Una vera e propria esplosione di ritmo che si nutre di suggestioni prese dalla strada, che si mescola con la vita reale, che si lascia sporcare dal contatto con altri generi, contaminata e ribelle, sofferta e tagliente. ‘Social Music’ è l’album di debutto di questa nuova band composta da Enrico Merlin, alla chitarra elettrica, da Massimiliano Milesi, al sax soprano, da Achille Succi, al sax contralto, da Giancarlo Tossani, al Rhodes e al computer, da Giacomo Papetti, al basso elettrico e da Filippo Sala, alla batteria. Dietro un titolo come ‘Social Music’ c’è la definizione a cui lo stesso Davis ricorreva quando si trattava di spiegare la sua musica. Non gli piaceva la parola “jazz”; preferiva invece “social music”, una miscela di emozioni e di generi musicali che esce fuori da un tessuto convenzionale e spara forte verso l’esterno attraverso sonorità libere, acute e perforanti.
L’album è stato registrato in soli due giorni in presa diretta all’Area Magister Studio di Treviso e nella Circle Room di Roma. Il risultato è davvero eccellente e vi consigliamo caldamente l’ascolto di questo disco, sicuri come siamo che sentiremo ancora molto parlare dei Molester sMiles.
http://www.xtm.it/DettaglioMusicAffairs.aspx?ID=17665#sthash.UNvo2mHw.a6k9p55U.dpuf
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La musica del cd si ispira al Davis elettrico, quello degli anni settanta, prima del ritiro dalle scene, cioè, secondo una reinterpretazione che contiene elementi sicuramente interessanti.
Nelle nove tracce del disco si rileva un potente senso del blues, componente essenziale di ogni pezzo e una serpeggiante vena melodica ad arrotondare, a smussare qualche angolo di una musica di impatto prepotente, penetrante. Il punto di forza dell’album è rappresentato dai dialoghi, dai botta e risposta fra Succi, spesso al clarinetto basso, come Bennie Maupin nella band di Davis e Milesi, sopranista, alter ego teorico di Wayne Shorter. I due sassofonisti intrecciano le loro voci taglienti e narrative al tempo stesso, riempiendo gli spazi lasciati aperti nel fondale elettrico messo in piedi da Tossani, spesso al fender Rhodes per riecheggiare gli anni settanta e da Merlin, volentieri alle prese con i distorsori, con gli effetti wah wah, per rinforzare il sottofondo funk. Il tutto, poi, è movimentato da un basso e da una batteria pesantemente inclinati verso la fusion, per completare un quadro a tinte decise, pur custodendo pause e momenti di sospensione, di attesa.
Delle dieci tracce solo due sono a firma del “molestatore”, secondo una definizione che lo stesso Davis si era attribuito dopo la denuncia e successiva assoluzione per aver sequestrato una ragazza a casa sua. Gli altri titoli sono originals di cui sono autori i componenti della formazione.
Il vertice dell’album è rappresentato proprio da Ife del “Principe delle tenebre”, che contiene un un giro di basso ripetuto incessantemente, mentre l’atmosfera da lenta e cadenzata sale gradualmente di pressione, sotto la spinta del soprano di Massimiliano Milesi in ascesa vertiginosa, dopo aver carburato adeguatamente.
Social Music non può essere definito esclusivamente un omaggio all’arte di Miles Davis. Sarebbe riduttivo. Semplicemente Merlin e soci ritengono che da questo genere di suoni intrisi nel jazz, nel rock e in altri stili che assorbono quello che ruota attorno, si possa ancora muovere per costruire qualcosa di personale.
Gianni Montano
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Roberto Paviglianiti http://strategieoblique.blogspot.it
Molester sMiles: “Social Music”
Dedito da diversi alla figura e all’arte di Miles Davis, il chitarrista Enrico Merlin assembla i Molester sMiles, collettivo di musicisti composto da Massimiliano Milesi ai sassofoni, Achille Succi al sassofono contralto e clarinetto basso, Giancarlo Tossani al Fender Rhodes, laptop ed elettronica, Giacomo Papetti al basso elettrico e Filippo Sala alla batteria. La loro principale fonte d’ispirazione è il cosiddetto “periodo elettrico” di Miles, il momento in cui il leggendario trombettista metteva in connessione sonorità acustiche ed elettriche, sperimentando forme e modi alla ricerca di territori espressivi altri. Nel loro “Social Music” i Molester sMiles operano un lavoro lontano dalle rivisitazione fine a sé stessa (di Miles sono rielaborati un paio di brani) e costruiscono una propria estetica che predilige sonorità funky, atmosfere che richiamano sì gli anni Settanta, ma con piglio di stretta attualità, anche grazie all’utilizzo di effetti ed elettronica. C’è della melodia nei temi proposti e ci sono passaggi solisti più inclini alla forma libera, in un insieme che emana una netta voglia di sperimentare, provare e azzardare soluzioni.
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