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Recensione di “Knots and Notes”, JazzItalia
Debutta con il cd “Knots and Notes” la nuova formazione di Giancarlo Tossani “Big Monitors”, costituita da strumentisti di generazioni differenti, uniti in un progetto incentrato sulla musica di William Parker. I pezzi originali, principalmente del band-leader, però, si alternano nel disco alle composizioni del contrabbassista afro-americano e fanno da intercapedine virtuosa fra un brano e l’altro, derivati dal songbook parkeriano. La musica dell’album racchiude, in tutto e per tutto, le stimmate del mondo espressivo di William Parker, personaggio dalla visione estetica apertissima, dal jazz alla musica contemporanea, con un background che affonda le sue radici sul versante etnico. Così si possono riconoscere lo spirito del blues, profondo e terrigno, nel mood complessivo dell’album, i procedimenti tipici del free con il vociferare contrastato, irsuto, fra tromba e sassofono, il retrogusto popolare, nelle melodie semplici e iterate che si affacciano dopo introduzioni informali, in via di definizione, di passaggio in passaggio. Sì, perché, solitamente, ad un inizio astratto, privo di un polo di attrazione, si avvicendano un ritmo, una forma distinta, a cui tutti contribuiscono a concedere carattere e risalto.
Ancora una volta, poi, Giancarlo Tossani ha visto giusto nella scelta dei suoi partners. Il sassofonista Tobia Bondesan e il trombettista Giancarlo Mitelli sono dotati di un linguaggio articolato fra tradizione e avanguardia, libero da qualsiasi tipo di remora o di laccio, allo stesso tempo in continuità con la lezione dei maestri del jazz, soprattutto con la scena di Chicago, vicino, cioè, alle peculiarità idiomatiche dei maestri dell’ AACM. La batteria di Andrea Grillini, per contro, opera in modalità assolo-permanente, disseminando colpi sparpagliati ad arte negli incipit, dando sfogo ad una energia svincolata da obblighi di accompagnamento in certe sequenze, o marcando il tempo, quando tutti eseguono i temi regolarmente, seguendo, cioè, un’idea melodica e lavorandoci attorno senza digressioni estemporanee.
Michele Bondesan, impegnato al contrabbasso, lo strumento principale di William Parker, assolve al suo compito garantendo un supporto flessibile e solido. Il giovane Bondesan dimostra di non avere soverchi timori, cioè, per il confronto con il gigante.
E’ veramente sorprendente, inoltre, l’apporto, in due brani, della vocalist Amanda Roberts, che canta strascinando i versi con un pathos affiorante a pelo d’acqua e con eguale incisività si adopera nella modulazione delle parole nei recitativi. Una vera scoperta! Il pianoforte di Tossani, da parte sua, annuncia gli spunti motivici e regge l’intera impalcatura del quintetto (più una ospite) fungendo da regista delle operazioni. Il sintetizzatore del leader, infine, punteggia i momenti meno strutturati dell’opera, realizzando effetti elettronici (in)congruenti con il timbro della band.
Giancarlo Tossani, dopo le brillanti imprese con “Synapser” e un capitolo in solitaria, viene fuori con un disco di pregio similare, omaggiando a modo suo la figura di William Parker, evitando una pura riproposizione filologica, per entrare dentro quelle partiture e scoprire quanto possano le medesime offrire stimoli per crescere individualmente come musicisti e globalmente come gruppo.
Gianni Montano per Jazzitalia
http://www.jazzitalia.net/recensioni/knotsandnotes.asp#.YbDGB8HMKds
View MoreRecensione di “Audio Review”, settembre 2021
Audio Review N° 434 di settembre 2021
I protagonisti di “Knots And Notes” si son presi una bella responsabilità reinterpretando a proprio modo, senza calligrafismi, alcune pagine sonore di William Parker.
A proposito di questo coraggioso esperimento, è lo stesso contrabbassista afroamericano a esprimersi: “Giancarlo Tossani e i Big Monitors hanno creato un nuovo suono per le mie composizioni, dando loro nuova vita. Bel lavoro. Grazie per la musica”. Pronunciate da uno come lui, autorevole e poco avvezzo ai complimenti, le parole acquistano peso.
Il pianista/tastierista Tossani è il perno e il “grande vecchio” del disco, egregiamente sostenuto da Tobia Bondesan (sax alto),Gabriele Mitelli (pocket trumpet, flicorno), Michele Bondesan (contrabbasso), Andrea Grillini (batteria) e, in due pezzi dalla voce asciutta e lunare di Amanda Noelia Roberts. I cinque episodi a firma dell’omaggiato costituiscono le fondamenta del disco, mentre i restanti otto per lo più sketch telegrafici – sono di Tossani, aiutato in due occasioni da Bondesan.
Nonostante la difficoltà dell’impresa, i Big Monitors riescono a piegare al loro gergo un repertorio legato inconfondibilmente alla figura e alle idee di Parker.
Molti i momenti da ricordare, a cominciare da “In Order To Survive” e “Old Tears”, con “assieme” incantatori nei quali i fiati, altalenando tra nenie popolari e free, paiono rimandare ai temi mediterranei familiari ai frequentatori del festival di Roccella Jonica (specie anni ’80 e ’90). Colpisce poi l’intro urticante del sax in “O’Neal’s Porch”: apre le porte alle traiettorie ellittiche di tromba e pianoforte e ai battiti palpitanti di Grillini.
Così ricco di talenti, il nuovo jazz non dà idea di essere in crisi.
Enzo Pavoni
View MoreRecensione di “Musica Jazz”, settembre 2021
BIG MONITORS
Knots And Notes
Questo interessante lavoro reca una duplice impronta. Da un lato, è animato dalle doti compositive e dalle capacità di coordinatore di Tossani, musicista poco conosciuto e decisamente sottovalutato. Dall’altra, è contrassegnato dalla figura di William Parker (autore di entusiastici apprezzamenti nelle note di copertia), del quale vengono riprese e reinterpretate alcune composizioni. Si tratta nell’ordine di In Order To Survive, Hunk Pappa Blues, Old Tears, Vermeer e O’ Neal’s Porch. Gli altri dieci brani sono firmati da Tossani, due dei quali in collaborazione con Tobia Bondesan.
Nella scrittura di Tossani confluiscono e si fondono armoniosamente elementi diversi. Nel disegno stringato, aperto e incisivo di alcuni temi si coglie l’eredità di Ornette Coleman. Negli insiemi liberi, ma pur sempre disciplinati, si avvertono alcuni tratti distintivi dell’AACM di Chicago. La matrice afro-americana si rafforza ovviamente negli efficaci arrangiamenti dei brani di Parker, che assumono la forma di vere e proprie rielaborazioni.
L’impiego dell’elettronica è discreto e funzionale alla gamma timbrica, e sfrutta l’apporto dei sintetizzatori modulari di Mitelli e di quelli virtuali di Tossani. Da non sottovalutare poi, sotto il profilo timbrico, il contributo del piano elettrico Wurlitzer. I frequenti, densi collettivi sono alimentati da stimolanti impasti timbrici e da una vitale energia ritmica. La pocket trumpet o il flicorno alto di Mitelli e il sax alto di Tobia Bondesan, pregno di un sanguigno blues feeling, instaurano una dialettica proficua, ricca di felici intuizioni e impennate spregiudicate. Fratello di Tobia e come lui formatosi nei seminari di Siena Jazz sotto la guida di Silvia Bolognesi, Michele Bondesan possiede uno stile asciutto e pregnante al tempo stesso, grande merito di Tossani è quello di essersi avvalso di giovani musicisti (età media intorno ai trent’anni) intraprendenti e ben disposti a rischiare.
(Boddi, SETTEMBRE 2021 MUSICA JAZZ)
View MoreMUSICX STORIES – Cremona dove vive la musica, prodotto da TEDxCremona
Grazie a TEDxCremona per avermi invitato a dare il mio piccolo contributo a questo racconto sulla musica a Cremona e per avere utilizzato un brano tratto da “Strange Spy” (più o meno a partire da un terzo del video).
La musica vive a Cremona: ecco il docu-film del TEDx. Quattrodici voci raccontano l’anima sonora della città, sempre più connessa con il mondo: https://www.laprovinciacr.it/video/cultura-e-spettacoli/360904/la-musica-vive-a-cremona-ecco-il-docu-film-del-tedx.html
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Il questionario di Proust (All About Jazz)
https://www.allaboutjazz.com/giancarlo-tossani-e-il-questionario-di-proust
Giancarlo Tossani e il Questionario di Proust

Photo credit: Danilo Codazzi
Emozione e riflessione, equilibrio tra scrittura e improvvisazione (così dicono…).
Affinità musicale e umana, cos’altro sennò?
Quando ho scoperto che si poteva “viaggiare” leggeri, seguendo la propria strada.
Non sono abbastanza ostinato.
In realtà ho più paura quando non suono. Certo da pianista la paura è sempre quella di non trovare il pianoforte che ti (cor)risponda.
Ancora per molto tempo.
La mia fonte di ispirazione
Occhi, orecchie, etc…
I miei musicisti preferiti
Miles Davis, Paul Bley, Ornette Coleman, Aphex Twin, Tim Berne, Craig Taborn e mille altri.
I miei dischi da isola deserta
Andare su un’isola deserta me lo immagino un po’ come fare un lungo viaggio in auto, quindi…
Le Variazioni Goldberg (suonate da Glenn Gould)
Miles Davis, Bitches Brew
Jimmy Giuffre Jimmy Giuffre 3—1961
Craig Taborn, Junk Magic
Lou Reed, Live in Berlin
Joni Mitchell, Shadows and Light
Kenny Wheeler, Music for Small and Large Ensemble
e mille altri se potessi.
La canzone che fischio sotto la doccia
Me ne guardo bene, piuttosto mi faccio un bagno.
I miei pittori preferiti
Francis Bacon, Jannis Kounellis, Jan Vermeer, Caravaggio, Osvaldo Licini, Valerio Adami, Christian Boltanski, Mark Rothko e mille altri.
I miei film preferiti
Ne metto un paio che in qualche maniera sono entrati nei miei CD. The Fog di John Carpenter (“The Fog Theme” in Beauty Is a Rare Thing); Bande à Part di Jean-Luc Godard (“Band Up Art” in Coherent Deformation). Sempre di Godard, inevitabilmente, À Bout de Souffle. Tutto Stanley Kubrick, François Truffaut, Robert Altman e mille altri…
I miei scrittori preferiti
David Foster Wallace (tant’è che a lui ho dedicato anche un brano in “Strange Spy”); Philip Dick e la sua biografia di Emmanuel Carrère; Cormac McCarthy, James Joyce, Gustave Flaubert, Jerome D. Salinger; due Don: Don De Lillo e Don Winslow, e mille altri…
La mia occupazione preferita
Leggere, viaggiare appena possibile.
Il dono di natura che vorrei avere
Non so. Avere dei doni di natura? Tutto sarebbe più facile ma forse più noioso.
Nella musica, la cosa che detesto di più.
La prevedibilità.
Gli errori musicali che mi ispirano maggiore indulgenza
Per gli errori ci vuole comprensione.
Il pezzo che vorrei venisse suonato al mio funerale
Senza presunzione. “Cantus in Memoriam Benjamin Britten” di Arvo Part.
Lo stato attuale della mia attività musicale
In attesa impaziente.
Il mio motto
Meglio un errore oggi che la perfezione domani?
Nella playlist di All About Jazz Radio: Mondo Jazz
Nuovamente nella playlist di Maurice Hogue (All About Jazz radio)!
Nuovamente nella playlist di Maurice Hogue | One Man’s Jazz su All About Jazz!
21 aprile, 2021
https://www.allaboutjazz.com/fredrik-nordstrom-jeff-albert-and-charles-lloyd-jeff-albert
“Knots and Notes” nella playlist a cura di Peter Slavid @ UK Jazz Radio Stations
“Knots and Notes” nella playlist a cura di Peter Slavid @ UK Jazz Radio Stations
Listen here https://www.mixcloud.com/ukjazz/new-releases-of-european-modern-jazz-first-broadcsat-on-april-11th/
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